Tra Spagnoli e Austriaci

Ultima modifica 22 gennaio 2020

Venuto meno il potere feudale dei Confalonieri nel corso del XV secolo, le terre di Carate furono infeudate ai Balbiani, che risiedevano ad Arosio. Più tardi la pieve di Agliate oltre il Lambro, comprese Agliate e Costa, divenne feudo dei Crivelli.

Nel XVI secolo cominciamo ad avere dati più precisi circa la consistenza della popolazione caratese, che nel 1574 contava 90 nuclei familiari e poco più di 500 abitanti.

La crescita dell’importanza economica del borgo è testimoniata sia dal crescente numero di mulini costruiti lungo il Lambro sia dalla lunga vertenza sostenuta per ottenere il mercato settimanale, concessione che fu rilasciata dall’imperatore Filippo IV nel 1623.

Passata la Lombardia sotto gli austriaci, anche Carate risentì positivamente della politica riformistica degli Asburgo. L’agricoltura caratese si arricchì di nuove coltivazioni, come quelle della patata e del mais, mentre venne notevolmente incrementata la coltivazione dei gelsi, indispensabile base per la produzione della seta, che in Brianza acquisirà dimensioni da record tra Sette e Ottocento.

Intanto nel 1779 iniziava le attività, nell'oratorio di S. Bernardo, la prima scuola pubblica caratese e pochi anni dopo veniva avviato il lungo e intricato cantiere per la costruzione della chiesa di S. Ambrogio, che comportò la distruzione della preesistente chiesa romanica, ad esclusione del campanile, e la demolizione della già cadente chiesa di S. Simpliciano.


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